16 Aprile 2024

Parrocchie senza confini

By don Adriano Parroco

Aggiornamento maggio 2024

Pensare al futuro dei nostri territori… dopo circa quattro anni queste intuizioni sono sempre più vere e necessarie… non perchè siano la soluzione, ma perchè la realtà ci spinge verso un cammino che la diocesi ha iniziato da qualche anno proprio verso questa direzione. Ripensarsi in un territorio che va altre le Unità pastorali consolidate per aprirsi a comunità  con circa 15-20 mila abitanti con dentro più  parrocchie piccole e grandi! servite da uno o più preti e alcuni parroci.

Parrocchie senza confini…

26 febbraio 2020

Si fa un gran parlare di parrocchie singole, Unità Pastorali, di campanili ed è veramente difficile non rimanere intrappolati in definizioni e confini che la storia di oggi dichiara già superate.

La mia idea vorrebbe essere una proposta per superare dal di dentro o se preferite da una prospettiva diversa, il classico chiudersi e serrare i ranghi attorno al proprio campanile, tipico di chi è nostalgico o è difensore di un passato che ahimè non tornerà mai più… e di chi anche in tempo di unità pastorali cerca sempre un confine per poter affermare la “mia” e la “tua” parrocchia, un dentro e un fuori, un è uno  “dei nostri” o no!

Pensare a una parrocchia, ad una Unità pastorale senza confini!
Un senza confini sia burocratici che mentali. Non è facile, ma non impossibile! E’ Vero i confini ci danno sicurezza e tranquillità, dicono appartenenza e tengono a distanza gli altri. Ma dall’altra parte ci chiudono in prigione, rendono lo spazio e le esperienze viziate, impediscono di essere liberi di muoversi e di sentirsi a casa ovunque!

Di fatto questa nostra società che ci piaccia o no è liquida, e noi lo siamo chi più chi meno con essa, tant’è che le nostre apparteneze sono molteplici e fluide. Per questo mi chiedo, se abbia ancora senso parlare di confini!

Non sarebbe meglio forse per star meglio qui dove siamo imparare a pensarci come parte di una grande comunità, vallata zona,  parte di un’unica realtà o se preferite comunità a cui possiamo far riferimento nelle varie chiese dislocate nel territorio, magari che si esprimono con motalità diverse?

Non si tratta di ridurre a unità e di cancellare le diversità, anzi tutte le parrocchie perdendo i propri confini potranno conpenetrarsi, sovrapporsi e così insieme, ognuna per il suo specifico intercettare tutti coloro che sono interessati a vivere la loro fede in Dio. A patto che, e non è cosa da poco, ogni parrocchia riscopra ciò che la può caratterizzare rendere”unica” oltre i comuni servizi che offre, oltre al prete. Una piccola parrocchia come una grande allora vivrenno se ci saranno laici a caratterizzala.

Una chiesa, una parrocchia senza confini è una parrocchia che vive nelle periferie… è una parrocchia che non può più girare attorno a se stessa o la prete… ma cercherà di essere segno di fede e di comunione… costretta a essere viva, creativa e dinamica per fede, per amore per non scomparire nello scontato o peggio nel burocratico.

Credo che sia necessario tornare ad avere come Chiesa questo obiettivo come orizzonte in cui pensarci come cristiani…  perchè l’orizzonte non ha confini, l’orizzonte è sempre aperto, l’orizzonte è il futuro che ci aspetta! Come comunità, come parrocchie senza confini!

Mi chiedo come sarà il parroco di una parrocchia senza confini?

come sarà un consiglio Pastorale di una  parrocchia  senza confini.. di cosa si occuperà, e si preoccuperà?