la casa Canonica
Nella casa canonica di Montecchia, dal 2022 risiedono il parroco dell’Unità Pastorale Alpone, don Adriano Preto Martini, e il suo collaboratore pastorale, don Federico Marcazzan.
Questo luogo sta diventando il fulcro di una fraternità presbiterale: da febbraio 2025 si è unito il parroco dell’Unità Pastorale di Roncà, don Loris Faggioni. A fine marzo 2025, in accordo con la Diocesi, è iniziata l’ospitalità di un sacerdote proveniente dal Togo, don Jonas Biam, che studierà diritto canonico a Venezia. Inoltre, è prevista per fine settembre l’accoglienza del nuovo parroco dell’Unità Pastorale di S. Giovanni Illirone, don Antonio Zanella.
Nella canonica di Montecchia sono di casa anche l’aiuto e collaboratore nelle celebrazioni, Davide, e non meno importante la collaboratrice domestica, Giovanna!
Per la vita nelle canoniche, la diocesi, tramite il consiglio presbiterale, si è espressa in questo modo:
FRATERNITÀ PRESBITERALE E FORME DI VITA COMUNE
«Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8).
La nostra fraternità nasce dalla comune missione battesimale e dal ministero. L’appartenenza al presbiterio impegna ciascuno di noi a prenderci cura l’uno dell’altro, avendo a cuore le relazioni che si sviluppano e si rigenerano nella concretezza della vita quotidiana, in un cammino di autoformazione continua.
Per vivere insieme un buon ministero sono emerse le seguenti indicazioni, che suggeriscono criteri e valori per promuovere la nostra fraternità e le forme di vita comune.
1. La cura dei tempi
La vita fraterna richiede un tempo settimanale per incontrarsi nella gratuità, nella preghiera e nell’ascolto della Parola, per una condivisione personale e pastorale, per mangiare insieme.
Sono di vitale importanza anche i momenti di scambio e di condivisione con chi è particolarmente coinvolto insieme a noi nella cura pastorale: i diaconi e le loro spose, i gruppi ministeriali, i consacrati e le consacrate, i responsabili di qualche ambito o servizio…
Si suggerisce di valorizzare il metodo della conversazione nello Spirito.
2. La cura degli spazi
La vita comune esige uno spazio abitativo adeguato. Il discernimento per individuare la canonica più adatta deve tener conto di alcuni criteri essenziali: valorizzare strutture esistenti e magari ristrutturate di recente; prevedere ambienti capaci di favorire la condivisione e la vita comune dei preti, rispettosi della privacy personale, possibilmente distinti dagli spazi delle attività pastorali.
3. La cura dello stile
Pensare alla fraternità come stile ci aiuta a riscoprire il valore di una regola di vita personale. Diventa anche l’occasione, laddove si abita insieme, per provare a stabilire le “regole della casa”, per condividere in canonica una vita comunitaria.
La fraternità nell’unità pastorale richiede anche momenti periodici di verifica, valorizzando l’aiuto di una figura esterna.
È molto importante, con discrezione e fantasia, custodire una attenzione ai confratelli isolati, e tenere aperto il dialogo con quanti hanno lasciato il ministero.
4. La cura dei passaggi
In occasione degli avvicendamenti, che comportano l’inserimento in una nuova fraternità, è necessario che si crei un clima di condivisione, frutto di ascolto e di dialogo con il vescovo. È importante coltivare un senso di fiducia nel discernimento e nel mandato che si riceve, accogliendo anche le sfide e le eventuali conflittualità, che possono diventare opportunità di crescita.
