Sinodo della chiesa Italiana


1a fase Narrativa

cotributi:

1 anno narrazione di un gruppo

2 anno: i cantineri di Betania


seconda fase del sinodo della Chiesa italiana

2a FASE SAPIENZIALE


Dal Coordinamento
Molte parrocchie, comunità, diocesi sono ancora in fase di avviamento dei Cantieri. Il frutto più apprezzato della prima fase è stato la conoscenza e l’applicazione del metodo della conversazione spirituale. Accanto a questo, le innovazioni sembrano riguardare soprattutto lo stile relazionale all’interno delle comunità (giovani, famiglie, persone con disabilità, persone diversamente “ferite” da separazioni, disoccupazione, malattie…), in particolare alcuni aspetti della corresponsabilità.
Ora, con il 1 giugno 2023 inizia la seconda fase – chiamata “fase sapienziale” – “rappresentata da un anno (2023- 31 maggio 2024) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio”. La lettura sapienziale si propone di cogliere il senso delle esperienze vissute. Ciò non significa chiudere i cantieri appena inviati, perché la conversazione spirituale è un metodo da consolidare, fino a che diventi una prassi ordinaria della vita ecclesiale, nella valorizzazione del senso di fede di tutti i battezzati. La logica sapienziale ci ricorda che a noi preme non solo l’ascolto delle persone incontrate, ma anche e più l’ascolto di ciò che lo Spirito dice alle comunità. Vuole essere un ascolto profondo, non un ascolto funzionale a nuove decisioni, se non per cambiare se stessi. Solo con un ascolto profondo diventa possibile ascoltare bene le domande del Popolo di Dio, senza correre il rischio di dare risposte errate. Cosa deve cambiare perché la Chiesa sia luce e sale, oggi, in questo nostro tempo e cultura? Cosa ci sta chiedendo lo Spirito, per essere segno del Vangelo? Cosa chiede lo Spirito alle Chiese? A tutto il popolo di Dio?
Nel passaggio tra fase narrativa e fase sapienziale è bene che le esperienze di cantiere avviate a livello territoriale possano continuare. A questo proposito, è bene curare una formazione condivisa perché ci siano animatori o facilitatori che curino l’esatta esecuzione del metodo che prevede silenzi, ascolto, tempi di preghiera, elaborazioni di sintesi condivise, di metodi decisionali. Il Sinodo è ciò che stiamo vivendo, non ciò di cui stiamo discutendo. Stiamo imparando un metodo, uno stile che apre, rilancia di continuo. Le sintesi servono a chiarire le tappe, non a chiudere il cammino. Il processo (forma, metodo) è già sostanza. I temi si impongono a noi, quando ascoltiamo con il cuore. Non vanno elusi, bensì fatti emergere con chiarezza. Il fine è giungere a soluzioni locali, senza attendere orientamenti dall’alto. Le novità vanno costruite dal basso, a tutti i livelli. Tutti abbiamo bisogno di coraggio per prendere decisioni, forse piccole, ma concrete. È così che si esercita il «sensus fidei» del popolo di Dio, con il Vescovo locale.
Possiamo contare, sull’azione continua, permanente e universale dello Spirito. La presenza e l’attività dello Spirito non toccano solo gli individui, ma la società e la storia, i popoli, le culture, le religioni. Lo Spirito, infatti, sta all’origine dei nobili ideali e delle iniziative di bene dell’umanità in cammino: «Con mirabile provvidenza egli dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra». Il Cristo risorto «opera nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito. non solo suscitando il desiderio del mondo futuro, ma per ciò stesso anche ispirando, purificando e fortificando quei generosi propositi, con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra».
Il metodo sinodale favorisce la corresponsabilità legata alla missione: desideriamo essere una Chiesa vicina alle persone, in rete con le altre Chiese. Un primo frutto del cammino sinodale è il dialogo tra chiese vi- cine: a livello di diocesi, di nazioni, di mondo intero. È la fraternità in atto, sono i primi passi di una nuova rete di relazioni. Chi si mette in cammino sperimenta la gioia. La Chiesa è il Corpo di Cristo trasfigurato nell’ordinarietà delle relazioni. Il senso del cammino: dalla confusione all’ordine, ricordando però che lo Spirito è presente anche nella confusione, nella imperfezione, nel fallimento. Stiamo vivendo l’esperienza dell’amore per la Chiesa, che non nasconde le ferite e i peccati, ma fa emergere il desiderio di fraternità nell’unico destino.